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  • 08 febbraio 2024
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L’inflazione: cause, effetti e come difendersi

Inflazione è una parola chiave in economia perché è uno dei principali indicatori macroeconomici che permette di valutare lo stato di salute di un paese.

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Cos’è l’inflazione?

L’inflazione indica una crescita generalizzata e continuativa dei prezzi nel tempo. È un indicatore fondamentale perché il livello dei prezzi condiziona il potere di acquisto delle famiglie, l’andamento generale dell’economia, l’orientamento delle politiche monetarie delle banche centrali.

Quando c’è l’inflazione?

Si parla di inflazione quando si registra una forte crescita dei prezzi. Questo significa che con un euro si possono acquistare oggi meno beni e servizi rispetto al passato. In altre parole, l’inflazione riduce il valore della moneta nel tempo e come conseguenza cala il potere d’acquisto della moneta.

Cosa causa l’inflazione?

Riguardo alle cause che generano l’inflazione, ci sono alcuni concetti che mettono d’accordo accademici ed economisti.

L’inflazione può essere causata sostanzialmente da un aumento della domanda. Ad esempio, se domani mattina all’apertura dei negozi tutti andassimo a comprare cinquanta pacchi di pasta a testa, la conseguenza diretta sarebbe un aumento dei prezzi della pasta. A parità di offerta un aumento della domanda genera un incremento dei prezzi del prodotto.

Un altro elemento che può causare l’aumento dell’inflazione è il rialzo dei costi di produzione. Se ad esempio produrre il pacco di pasta costa di più all’azienda produttrice questa, per mantenere i profitti, dovrà aumentare anche i prezzi. Ciò succede se, ad esempio, aumenta il prezzo del grano, del packaging, dei macchinari che lavorano il prodotto, dell’affitto dei luoghi di produzione, dell’energia, ecc.

L’inflazione si può avere anche in caso di eccesso di offerta di moneta. La moneta, come qualsiasi altra merce, è soggetta alla legge della domanda e dell’offerta. Se viene immessa una quantità di moneta eccessiva dalle autorità, i prezzi nel lungo periodo tendono ad allinearsi alla quantità di moneta stampata.

Non tutte le variazioni di prezzo sono uguali

Quando si calcola l’incremento medio dei prezzi si attribuisce un peso maggiore alle variazioni dei beni e servizi per i quali i consumatori spendono di più (ad esempio l’energia elettrica) rispetto a voci di spesa meno significative (quali il sale ad esempio).

Come si misura l’inflazione?

Per calcolare l’inflazione è necessario costruire un indice dei prezzi al consumo e nella maggior parte dei paesi europei la misurazione di questo indice viene fatta dall’Istituto Nazionale di Statistica.

In Italia è l’Istat che, sulla base dei prezzi di un insieme di beni e servizi, denominato paniere, rappresentativo dei consumi delle famiglie, calcola il suo indice dei prezzi al consumo.

Nel paniere dei prezzi al consumo dell’Istat sono presenti per esempio, con diversi pesi relativi, i prezzi dei prodotti di abbigliamento e delle calzature, dei prodotti alimentari, dei servizi sanitari, estetici, dei trasporti, dell’elettricità, dell’acqua, del gas e così via.

Gli indici dei prezzi al consumo dell’Istat

L’Istat elabora tre indici principali dei prezzi al consumo:

-L’indice dei prezzi al consumo Nazionale per l’Intera Collettività (Nic) che misura la variazione nel tempo dei prezzi di beni e servizi acquistati sul mercato per i consumi finali individuali;

-L’indice dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (Foi), che calcola la variazione nel tempo dei prezzi al dettaglio, dei beni e servizi correntemente acquistati dalle famiglie di lavoratori dipendenti;

L’Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo (IAPC, in inglese l’acronimo è HICP ossia Harmonised Index of Consumer Prices) sviluppato per assicurare una misura dell’inflazione comparabile a livello europeo.

A differenza degli indici Nic e Foi, l’indice IAPC si riferisce al prezzo effettivamente pagato dal consumatore ed esclude alcune voci presenti nel paniere degli altri due indici tenendo conto anche delle riduzioni temporanee di prezzo (come saldi, sconti e promozioni).

Questi indici misurano una inflazione a livello paese o Europa, mentre l’impatto della crescita dei prezzi di una singola persona, dipende dall’andamento dei prezzi dei prodotti e servizi che compra abitualmente. In questo caso, infatti, l’inflazione subita a livello personale varia da persona a persona e può essere sensibilmente diversa da quella misurata dall’Istat.

L’inflazione nell’area dell’euro

Nell’area dell’euro l’inflazione al consumo è misurata sull’Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo (IAPC). Il termine “armonizzato” significa che tutti gli Stati membri dell’Unione Europea utilizzano la stessa metodologia in modo che i dati siano comparabili tra loro. Lo IAPC si basa infatti su una serie di standard giuridicamente vincolanti e risponde all’esigenza della comparabilità del dato inflattivo tra i paesi.

Chi calcola lo IAPC?

Tutti i paesi dell’area euro dispongono di un istituto nazionale di statistica, che calcola il rispettivo IAPC. Ogni istituto nazionale di statistica invia i propri dati all’Eurostat, l’ufficio statistico delle Comunità europee, che quindi calcola lo IAPC per l’insieme dell’area dell’euro. L’Eurostat  assicura anche la qualità dei dati nazionali verificando il rispetto degli standard giuridicamente vincolanti.

Inflazione e area euro

L’indice armonizzato europeo IAPC (o HICP) ha grande importanzaperché è utilizzato per verificare sia la convergenza delle economie dei paesi membri della UE sia per decidere la permanenza o l’ingresso nell’Unione Monetaria.

Infatti, gli Stati membri e gli Stati che desiderano entrare nell’area euro devono raggiungere e mantenere un grado di convergenza elevato e sostenibile in ambito economico sia per aderire all’area dell’euro sia per rimanerci. In altre parole, le economie dei vari paesi devono poter stare al passo con quelle che già utilizzano l’euro.

La convergenza economica si misura in termini di progressi per quanto riguarda:

-l’andamento dei prezzi, ossia l’inflazione;

-il saldo di bilancio e il debito pubblico;

-il tasso di cambio;

-il tasso di interesse a lungo termine.

La convergenza deve inoltre essere durevole, ossia i criteri di convergenza economica vanno rispettati non solo in un dato momento, ma anche in via continuativa. Devono assicurare la tenuta delle loro economie, affinché l’unione monetaria possa funzionare regolarmente e tutti i membri possano beneficiare della stabilità monetaria.

Come difendersi dall’inflazione?

Se l’elevata inflazione è dannosa per i cittadini, è facile intuire che lo scenario ideale per l’economia è quello di un’inflazione contenuta, stabile e prevedibile. Ma come si fa a preservare queste condizioni? Chi se ne occupa?

Come sopra detto, sono le  banche centrali che hanno il compito di tenere sotto controllo l’inflazione e di mantenere cioè la stabilità dei prezzi, attraverso la politica monetaria.

Come l’inflazione ha condizionato le PMI nel 2023? Vai al Rapporto Cerved PMI 2023