Per individuare precocemente una crisi d’impresa, si utilizza l’indice finanziario prospettico Debt Service Coverage Ratio (DSCR). L’indice è di primaria importanza per le imprese, nell’ottica della riforma fallimentare e per le banche per verificare la sostenibilità del debito.
Premessa
Le crisi economiche che hanno colpito il nostro paese hanno spinto i governi, le istituzioni finanziarie e gli analisti a sviluppare nuovi strumenti per individuare precocemente le crisi d’impresa. L’attenzione si è spostata dall’analisi reddituale/patrimoniale del bilancio d’esercizio a quella sulla capacità dell’azienda di generare o assorbire risorse finanziarie ed è motivata dal fatto che se l’impresa possiede attività e patrimoni difficili da trasformare in liquidità (ad esempio beni immobili soggetti a svalutazioni in termini di valore di mercato che richiedono tempi lunghi per essere smobilizzati) non significa necessariamente che sia solvibile e in grado di far fronte correttamente agli impegni finanziari assunti nei confronti di terzi, soprattutto degli istituti di credito. Oltre a ciò, una buona situazione reddituale non esclude tensioni finanziarie legate alle difficoltà di incasso dei crediti e ai ritardi nei tempi di pagamento.
La riforma della legge fallimentare, con il nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, entrato in vigore a luglio 2022, pone l’accento sugli indici di allerta in grado di individuare precocemente le crisi d’impresa. E’ qui che entra in gioco il DSCR (Debt Service Coverage Ratio), indicatore che non si limita a quantificare in maniera “statica” l’ammontare complessivo del debito finanziario in relazione al patrimonio netto, ma che analizza in modo “dinamico” e prospettico la capacità di rimborso del debito dell’azienda e la conseguente sostenibilità del debito in relazione anche ai piani di sviluppo aziendali.
Cos’è il DSCR e come si calcola?
Il Debt Service Coverage Ratio (DSCR) misura la sostenibilità finanziaria del debito aziendale, cioè la capacità futura (6 mesi) di un’impresa di onorare i propri debiti finanziari con i flussi di cassa generati dalla gestione operativa. La tradizionale formula di calcolo del DSCR è la seguente:
DSCR= Cash flow operativo – tax/ Flusso finanziario a servizio del debito
Per “Cash flow operativo – tax” si intende il flusso di cassa prodotto dalla gestione caratteristica al netto del flusso fiscale relativo al pagamento delle imposte sul reddito d’esercizio.
Per “Flusso finanziario a servizio del debito” si intende il flusso finanziario per il pagamento degli interessi passivi nonché della quota capitale dei finanziamenti nel periodo considerato.
Questo indice è ormai considerato uno strumento imprescindibile per determinare la solidità di un’impresa e consente di valutare la sostenibilità dell’indebitamento in ottica prospettica: il periodo da considerare sono i 6 mesi successivi all’analisi. Vengono inseriti quindi sia gli interessi che la quota di debiti da rimborsare, così come previsto dai piani di ammortamento.
Quali sono i valori del DSCR?
DSCR < 1 Vi è una ragionevole presunzione dello stato di crisi d’impresa;
DSCR > 1 La situazione è positiva;
DSCR = 1 E’ possibile che la società non abbia altri flussi per investimenti o per dividendi.
In sintesi, con l'entrata in vigore del Codice della Crisi d’impresa e dell’insolvenza, tutte le imprese devono dotarsi di sistemi informativi per poter tenere sotto controllo i flussi di cassa e definire un sistema in grado di rilevare in anticipo eventuali problemi economico-finanziari. È proprio l'incapacità di pianificare correttamente i propri flussi di cassa che spinge molte aziende in crisi di liquidità.
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