07 ottobre 2025
Nel 2027 si attesteranno al 2,9% e quindi in salita dal 2,6% del 2024. Nel triennio previsionale 2025-27 la crescita interessa tutte le aree geografiche e i comparti economici. Fra i più esposti ci sono industria e costruzioni
L’incertezza a livello internazionale e il contesto geopolitico, ancora fortemente instabile, contribuiscono al proseguimento della crescita dei crediti deteriorati. Secondo l’Outlook ABI-Cerved, rispetto al 2024, nel triennio previsionale (2025-2027) i tassi di deterioramento del credito aumenteranno in tutti settori economici e in tutte le aree geografiche, con una crescita più sostenuta nel comparto dell’industria e delle costruzioni. In ogni caso, il livello atteso dovrebbe attestarsi su numeriche decisamente inferiori rispetto ai periodi di crisi passati.
La congiuntura è caratterizzata da una forte incertezza, legata principalmente alle decisioni dell’amministrazione americana sui dazi da applicare all’export verso gli Stati Uniti e al protrarsi dei conflitti in Ucraina e in Medio Oriente. Nei confronti dei beni italiani ed europei, a partire da agosto 2025, viene applicato un dazio del 15%, con alcune eccezioni, soprattutto relative ad acciaio ed alluminio, per cui l’aliquota del dazio è del 50%. Anche la maggior parte degli altri Paesi a livello mondiale ha visto l’introduzione di significative imposte, con aliquote che vanno dal 10% al 30%. Tale politica, portata avanti dal governo statunitense, potrebbe causare un significativo rallentamento del commercio internazionale e una conseguente perdita di fatturato e calo di redditività per le aziende italiane ed europee.
Il clima di incertezza in cui si trovano ad operare le imprese è testimoniato dal protrarsi dell’aumento, osservato a partire dal 2022, del tasso di deterioramento del credito delle società non finanziarie riportato da Banca d’Italia, che mostra un valore pari al 2,33% nel complesso del 2023 (contro il 2.16% dell’anno precedente) e un ulteriore incremento nel 2024 al 2,55%.
Anche per le famiglie consumatrici si osserva un aumento del tasso di deterioramento, che comunque, pur in crescita - dallo 0,77% del 2022 allo 0,96% del 2023 e a circa l’1% nel 2024 –, rimarrà su valori vicini ai livelli minimi storici.
In base alle stime di ABI e Cerved, nel 2025 il tasso di deterioramento del credito alle imprese si assesterà al 2,9% (dal 2,6% registrato nel 2024). Nel 2026 una crescita economica modesta e il perdurare dell’incertezza dovrebbero spingere questo indicatore al 3,0%, nonostante il minor livello dei tassi di interesse di mercato. Al termine dell’orizzonte previsionale, nel 2027, il tasso di deterioramento è stimato in lieve calo al 2,9%; un valore di tre decimi di punto più del 2024 ma stesso livello del 2019 e di gran lunga inferiore al picco del 7.5% toccato nel 2012.
Tassi di deterioramento (imprese)
Nell’arco previsionale, tra il 2024 e il 2027, gli aumenti più consistenti si stimano: nelle grandi aziende (dall’1,4% all’1,9%); nel Nord (dall’1,8% al 2,1% per il Nord Est e dal 2,3% al 2.,6% nel Nord Ovest) e nel Sud e Isole (dal 3,5% al 3,8%) e nei settori delle costruzioni (dal 2,8% al 3,2%) e dell’industria (dal 2,3% al 2,7%). A fronte di questa dinamica, in termini di livello, a fine periodo previsionale il tasso di deterioramento più elevato si conferma: nelle microaziende (3,1% nel 2027), nel Sud e isole (3,8%) e nel settore delle costruzioni (3,2%).
Sono questi, in sintesi, i principali risultati dell’Outlook ABI-Cerved, che fornisce stime sui flussi di deterioramento dei crediti alle imprese per il triennio 2025-2027 con dettagli dimensionali, per settore e per area geografica.
Tassi di deterioramento dei crediti (dati Banca d’Italia a dicembre 2024)
Outlook ABI-Cerved | Settembre 2025
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