Negli ultimi mesi, nelle nostre conversazioni con i clienti emerge sempre lo stesso tema: "Come impatterà ChatGPT sul nostro traffico?", "Dobbiamo cambiare il modo in cui misuriamo le performance?". La risposta è: sì, ma non come pensate. Non si tratta di declino dei motori di ricerca, ma dell'emergere di una nuova sorgente di traffico che dobbiamo imparare a tracciare, interpretare e ottimizzare.
La percezione comune è che ChatGPT abbia rivoluzionato il panorama del traffico web. La realtà che emerge dalle nostre analisi è diversa: stiamo osservando l'emergere di una nuova fonte di traffico che si comporta in modo peculiare e porta segnali di qualità interessanti.
Analizzando questo traffico scopriamo pattern specifici:
Non è una rivoluzione, è una nuova dimensione da aggiungere al nostro framework di analisi.
Il traffico che arriva da questi assistenti AI porta con sé informazioni preziose su come cambiano le modalità di ricerca e quali contenuti vengono ritenuti autorevoli in contesti conversazionali.
I dati che stiamo raccogliendo mostrano una crescita lineare nel traffico da assistant AI: da circa 20 visite giornaliere a gennaio 2025 fino a picchi superiori alle 100 sessioni a settembre.
ChatGPT domina con l'81% del totale, seguito da Perplexity (15%) e Gemini (3%).
Questi dati sono una quota infinitesimale del traffico totale registrato dal sito nel suo complesso, ma rappresentano un trend da non ignorare.
Gli utenti che arrivano da questi strumenti mostrano engagement superiore alla media organica, ma con obiettivi più esplorativi. Leggono di più, restano più a lungo, ma in alcuni casi, convertono meno. Un segnale chiaro: stanno cercando informazioni, non prodotti.
Gli assistant AI, per quanto sofisticati, hanno un limite: non possono inventare informazioni affidabili dal nulla. Quando devono rispondere a domande specifiche - dati aggiornati, statistiche, approfondimenti tecnici - devono appoggiarsi a fonti esterne.
È qui che entra in gioco il traffico verso i nostri siti. Ogni click da ChatGPT o Perplexity rappresenta un momento in cui l'assistant ha riconosciuto l'autorevolezza di un contenuto e l'ha suggerito all'utente. Un endorsement implicito ma potente.
Quando tracciamo questi arrivi, stiamo mappando quali contenuti vengono considerati credibili dagli AI. E questa informazione vale oro per ottimizzare la nostra strategia.
Il traffico da assistant AI arriva spesso categorizzato come "referral" generico o addirittura "direct" alle piattaforme di analytics. Ogni volta che un assistant cita il nostro sito, ci sta dicendo quali contenuti considera credibili e rilevanti, permettendoci di mappare la percezione di autorevolezza dei nostri contenuti dal punto di vista degli AI.
Ma c'è di più: gli utenti che arrivano da assistant mostrano comportamenti diversi rispetto agli altri canali. Engagement alto, sessioni lunghe e obiettivi esplorativi. Segmentare questo traffico ci permette di ottimizzare l'esperienza utente per questo specifico profilo e trasformare l'alta qualità dell'engagement in risultati concreti.
Nei dati dei nostri clienti emerge un pattern interessante: il traffico da assistant AI ha engagement elevato ma conversioni basse rispetto ad altri canali. Questo comportamento ci racconta una storia precisa: questi utenti hanno obiettivi puramente informativi, si trovano ancora nelle fasi iniziali del customer journey o stanno esplorando nel "messy middle" senza essere ancora pronti per la conversione.
Il traffico interessato e ingaggiato che arriva da assistant AI rappresenta comunque un'opportunità strategica da sfruttare. Ottimizzare il customer journey per accompagnare questi visitatori dalla fase di ricerca informativa verso quella decisionale rimane un approccio valido. Una strategia di contenuto che collega informazioni utili agli obiettivi business può intercettare questi utenti nel momento giusto del loro percorso di acquisto.
Quando i clienti chiedono se devono "prepararsi al mondo post-Google", la risposta basata sui dati è semplice: Google e i motori tradizionali forniscono ancora l'infrastruttura di base. Cambia l'interfaccia utente, non l'architettura di ricerca.
Le implicazioni per la web analytics sono quindi evolutive, non rivoluzionarie:
Il traffico da assistant AI è una realtà presente, misurabile e strategicamente rilevante. Non rappresenta una rivoluzione che sovverte le regole del gioco, ma un'evoluzione che possiamo analizzare e comprendere con gli strumenti che già conosciamo.
L'analisi ci permette di trasformare l'incertezza in opportunità. Invece di temere il cambiamento, possiamo misurarlo. Invece di speculare sul futuro, possiamo leggerne i segnali nei dati di oggi. Ogni click da ChatGPT, ogni sessione da Perplexity, ogni pattern comportamentale che emerge ci fornisce una bussola per navigare questa evoluzione.
In un panorama digitale che evolve rapidamente, dove ogni interazione con assistant AI rappresenta un segnale da interpretare, l'analisi di questo traffico diventa parte integrante di una strategia di web analytics completa. Non si tratta di rincorrere la novità, ma di integrare una nuova dimensione nel nostro modo di leggere i comportamenti degli utenti.
Pro Web Digital Consulting affianca le aziende in questo percorso di evoluzione analitica, aiutandole a interpretare i pattern emergenti e a trasformare i nuovi dati in decisioni informate. Contattaci per una consulenza, forniamo soluzioni per potenziare l'efficacia dei canali digitali della tua azienda.
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