Presentato il Bilancio di welfare: nel 2021 oltre la metà delle famiglie italiane ha rinunciato a prestazioni sanitarie

Oltre la metà delle famiglie italiane (50,2%) ha rinunciato a prestazioni sanitarie per problemi economici, indisponibilità del servizio o inadeguatezza dell’offerta. Contemporaneamente la spesa delle famiglie per la salute, l’assistenza agli anziani e l’istruzione è aumentata. È il gap fra la crescita della domanda e l’adeguatezza dell’offerta la vera novità dell’edizione 2022 del Bilancio di welfare delle famiglie italiane 2022.

La terza edizione del Bilancio di welfare delle famiglie italiane di Cerved, indagine condotta da Innovation Team dal lockdown della primavera 2020 a novembre 2021 su un campione eterogeneo di 4.005 famiglie di tutte le regioni italiane, è stato presentato il 12 gennaio a Roma alla presenza della ministra per le pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti, esponenti del Governo e delle Istituzioni, studiosi del cambiamento sociale e responsabili di imprese operanti mercato dei servizi di welfare.

Il punto di Paolo Pagliaro dedicato al Bilancio di welfare di Cerved
La spesa di welfare delle famiglie

Il rapporto analizza la spesa di welfare delle famiglie (Figura 1), che nel 2021ha raggiunto il valore di 136,6 miliardi, pari al 7,8% del PIL, con un modello suddiviso in otto aree. La salute (38,8 miliardi) e l’assistenza agli anziani (29,4 mld) sono le due aree principali, che nell’insieme assorbono la metà della spesa familiare. Le altre aree sono: la cura dei bambini e l’educazione prescolare (con una spesa di 6,4 mld), l’assistenza familiare (11,2 mld), l’istruzione (12,4 mld), la cultura e il tempo libero (5,1 mld), le spese per il lavoro (25 mld), le assicurazioni di previdenza e di protezione (8,3 mld).

“L’industria del welfare è un settore trainante per la crescita del Paese – ha commentato Andrea Mignanelli, Amministratore Delegato di Cerved – Ai 136,6 miliardi di spesa delle famiglie si aggiungono 21,2 miliardi del welfare aziendale e collettivo, per un valore pari al 9% del PIL. Gli investimenti pubblici e privati sono decisivi per rinnovare il nostro sistema di welfare, generando nuovi modelli di servizio capaci di rispondere alla domanda delle famiglie. Con il nostro Rapporto abbiamo voluto dare un contributo concreto per misurare la domanda di servizi, nel momento in cui con il PNRR abbiamo le risorse per proiettare nel futuro il nostro sistema di welfare”.

Complessivamente la spesa di welfare delle famiglie varia più rapidamente del PIL: aumentata del 6,8% dal 2017 al 2018, ha subito una contrazione provocata dalla pandemia (-14,6% dal 2018 al 2020), per tornare a crescere nell’ultimo anno è tornata a crescere dell’11,4%.  In tre aree la tendenza generale è di continuo aumento della spesa: la salute, da 33,7 mld nel 2017 a 38,8 mld nel 2021 (superando la flessione provocata dall’emergenza Covid nel 2020); l’assistenza agli anziani, da 25,3 mld nel 2017 a 29,4 mld nel 2021; l’istruzione, da 9,6 mld nel 2017 a 12,4 nel 2021. Le spese familiari per l’istruzione hanno subito un’impennata nel 2020 a causa anche della necessità di dotarsi delle attrezzature tecnologiche richieste dalla DAD.

L’evoluzione della spesa di welfare

In tre aree, invece, la spesa delle famiglie è fortemente diminuita nel 2020 a causa delle restrizioni provocate dalla pandemia, e nel 2021 è tornata crescere ma senza raggiungere i livelli pre-crisi: l’assistenza ai bambini e l’educazione prescolare (le famiglie hanno dovuto fronteggiare la chiusura di nidi e asili con un forte aumento dell’impegno dei genitori che, in molti casi ha portato a difficoltà nel lavoro); l’assistenza familiare (è molto diminuito il ricorso alle colf); la spesa per la cultura e il tempo libero, che nel 2020 si è ridotta di due terzi e tuttora resta molto distante dai livelli precedenti la crisi.

Evoluzione della spesa delle famiglie per aree di welfare

La spesa per i servizi di welfare, pari a 5.317 euro per famiglia, ha un’incidenza del 17,5% sul reddito familiare netto che, nel 2021, è stato mediamente di 30.434 euro.

La crescita della spesa dipende in gran parte dalla trasformazione della famiglia, mossa da tre fattori principali:

Oggi un terzo delle famiglie italiane è composto da individui (singoli non sposati, separati e divorziati, vedovi), e, considerando anche i genitori soli con figli a carico, le famiglie con un solo adulto raggiungono la quota del 41,5%. Le famiglie composite, che comprendono, oltre a coniugi e figli, altri conviventi, in molti casi un anziano, sono solamente il 7,2%.

Composizione delle famiglie per tipologie familiari

Eppure la famiglia, con tutte le sue difficoltà, resta la rete primaria di protezione sociale, di solidarietà tra i generi e le generazioni, di educazione dei figli e di supporto alla mobilità sociale dei giovani.

Più della metà delle famiglie ha rinunciato a prestazioni di welfare

Il punto dolente del rapporto fra i servizi e il nuovo assetto familiare è rappresentato dal crescente numero di anziani che non trovano risposta adeguata nel sistema di welfare: quattro milioni di anziani, 28,9% del totale, vivono soli e le famiglie con anziani o con altre persone bisognose di aiuto sono 6,5 milioni. Nel 67,3% di queste l’assistenza è prestata esclusivamente da familiari, senza l’ausilio di servizi.

Il rapporto Cerved misura la quota di famiglie che hanno rinunciato nel corso dell’anno a prestazioni di welfare, distinguendo tra rinunce parziali e rilevanti, queste ultime con conseguenze significative sul benessere famigliare. Nell’ultimo anno più di metà delle famiglie ha rinunciato a prestazioni sanitarie, e nel 13,9% si è trattato di rinunce rilevanti. 56,8% hanno rinunciato (22% in modo rilevante) a servizi di assistenza agli anziani, e 58,4% (17,4% in modo rilevante) a servizi di cura dei bambini ed educazione prescolare. La quota delle famiglie che hanno fatto rinunce in queste aree è molto aumentata sul 2018. Non è aumentata ma resta elevata la quota di rinunce nell’istruzione: 33,8% (di cui 11,6% rinunce rilevanti).

Rinuncia alle prestazioni di welfare

Influiscono sulle rinunce tre motivazioni principali:

Motivazioni di rinuncia alle prestazioni di assistenza per anziani e persone bisognose di aiuto
Il cambiamento nella domanda di welfare

La trasformazione della famiglia si intreccia con cambiamenti culturali e sfide sociali che generano nuovi bisogni, ai quali i modelli tradizionali di welfare non riescono a dare risposta. Il rapporto Cerved individua quattro temi principali:

È in corso un cambiamento generale degli stili di vita personali, orientato a valori quali la sostenibilità ambientale e la centralità della salute, che l’emergenza Covid ha fortemente accelerato. La crescita della spesa sanitaria delle famiglie è spinta da una domanda di mantenimento della condizione di salute tramite la prevenzione e la gestione personale continua della relazione sanitaria, alla quale il sistema sanitario, concentrato sulle prestazioni specialistiche di cura, non offre risposta. Ciò apre uno spazio di mercato per nuovi servizi sanitari di prossimità e per i servizi di welfare aziendale offerti dalle imprese ai lavoratori e alle loro famiglie.

Il 92% delle famiglie con anziani affermano che l’esigenza principale è mantenere la persona nel contesto delle relazioni sociali e affettive che determinano la qualità della sua vita. E il 56% richiedono a questo scopo servizi di assistenza domiciliare qualificata. Emerge la domanda di una nuova generazione di servizi di gestione continua dell’assistenza (dall’accompagnamento alla teleassistenza, alla cura sanitaria, a soluzioni residenziali flessibili), di qualità riconoscibile, certificata, economicamente accessibili e che siano in grado di ridurre gli impegni a carico delle famiglie.

Il PNRR investe grandi risorse nel rinnovamento del sistema scolastico e universitario, allo scopo di rilanciare la formazione e la mobilità sociale dei giovani. Ma il rapporto Cerved indica che occorre agire anche dal lato della domanda, sostenendo la capacità delle famiglie di portare a termine il percorso formativo dei figli. Solo nel 9,5% dei casi l’abbandono degli studi universitari è motivato da difficoltà economiche; le ragioni prevalenti hanno a che fare con atteggiamenti rinunciatari e di sfiducia verso le prospettive del lavoro (42,7%) e verso le stesse attitudini dei ragazzi (28,4%). Occorre informare le famiglie, supportarle con servizi di valutazione e orientamento scolastico e professionale, e sostenere i percorsi formativi con iniziative premianti come le borse di studio. Anche su questo tema il welfare aziendale è in grado di offrire un contributo importante alle famiglie dei lavoratori, attivando la collaborazione tra le imprese, la scuola e l’università.

Il tema di fondo è sostenere la famiglia nella sua realtà attuale, nel cambiamento in corso delle strutture e dei modelli di relazione, e nella gestione del rapporto tra gli impegni familiari e il lavoro. Il tema della conciliazione vita – lavoro è particolarmente importante per l’affermazione sociale e professionale delle donne. Nelle aziende richiede che si affermino modelli organizzativi flessibili e culture di management capaci di valorizzare l’autonomia delle persone. Nella società richiede lo sviluppo di una rete di servizi di prossimità capaci di ridurre la pressione degli impegni familiari.

La domanda di welfare delle famiglie, analizzata dal rapporto Cerved, costituisce un’opportunità di sviluppo degli investimenti e di innovazione dei modelli di servizio.

Già nelle precedenti edizioni del rapporto è stata evidenziata l’importanza dell’industria del welfare come settore trainante per la crescita del Paese. Un settore alimentato non solo dalla spesa pubblica ma da quella privata: ai 136,6 miliardi delle famiglie, pari al 7,8% del PIL, si aggiungono 21,2 miliardi delle aziende (welfare aziendale e collettivo); complessivamente il 9% del PIL. Fanno parte di questa industria centinaia di migliaia di imprese, molte delle quali altamente innovative: dalle tecnologie telematiche a quelle biomedicali, dalla sanità all’assistenza, dall’educazione alla produzione culturale, alle attività per l’inclusione sociale. E inoltre organizzazioni del terzo settore e un grande numero di professionisti e operatori individuali.

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Bilancio di welfare delle famiglie italiane | Rapporto Cerved 2022

La prima edizione dell’evento capitolino si è aperta con un’introduzione della Ministra per le pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti e con la presentazione del Rapporto 2022 del Bilancio di welfare delle famiglie italiane da parte di Enea Dallaglio, Partner Innovation Team – Cerved.

A seguire, una tavola rotonda moderata da Andrea Pancani, Vicedirettore Tg La7, ha visto la partecipazione di importanti esponenti delle istituzioni e delle imprese.

Un’occasione di analisi e di confronto focalizzata sulla domanda di welfare delle famiglie italiane nella ripresa dalla pandemia, che ha proposto chiavi di lettura per indirizzare i progetti di rinnovamento del sistema di welfare e gli investimenti delle imprese dei servizi.

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Private Debt Investors Forum | Rivivi

Rivivi l’evento Private Debt Investors Forum.

La seconda edizione si è focalizzata su come si è evoluto il ricorso al debito privato da parte delle imprese italiane non quotate.

L’evento si è aperto con la presentazione della Ricerca di Cerved Rating Agency seguita dalla tavola rotonda con l’intervento dei protagonisti del settore.
È stata un’importante occasione di confronto sulle tematiche più rilevanti del mercato del debito privato in Italia, arricchita da analisi esclusive.

Vuoi avere una visione d’insieme su cosa sta succedendo nel mondo del Private Debt e sulle tematiche di impatto ESG?

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Osservitalia 2021 | Rapporto Cerved PMI

L’ottava edizione si è focalizzata su come finanziare la ripresa delle PMI italiane.

L’evento si è aperto con la presentazione del Rapporto Cerved PMI seguita dalla tavola rotonda con importanti esponenti di imprese, Istituzioni Finanziarie e Pubblica Amministrazione.

Tutti riuniti, in una sola giornata, per confrontarsi su come finanziare la ripresa e attuare il PNRR per supportare le imprese sane e favorire una rapida uscita dal mercato per quelle che non hanno prospettive, minimizzando i costi sociali.

Il Rapporto Cerved PMI descrive lo stato di salute delle Piccole Medie Imprese Italiane, quest’anno con focus su come finanziare la ripresa.

Un’analisi di dettaglio per capire il contesto in cui si trovano le PMI e per riflettere su come la ripresa economica non possa prescindere dalla transizione ambientale e digitale.

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Edilizia: la classifica Cerved delle imprese a maggior crescita

Questa classifica Cerved mostra le imprese del comparto Edilizia che sono cresciute di più e in modo costante tra il 2015 e il 2020, secondo l’analisi dei bilanci depositati

La classifica delle prime 10 aziende

Dalla Classifica emerge che le prime 30 imprese classificate del comparto Edilizia sono state in grado di far crescere il proprio fatturato mediamente del 30%, rispetto all’1%  dell’intero comparto.

In prima posizione troviamo COSPE S.R.L.. L’azienda opera nella “Costruzione di edifici residenziali e non residenziali” e ha incrementato il fatturato del 45,3% passando da 8,3 milioni Euro del 2015 a 53,6 milioni Euro del 2020.

Al secondo posto: BELLETTI & BARONI COSTRUZIONI S.R.L. realtà attiva nella “Costruzione di edifici residenziali e non residenziali”. Ha incrementato il fatturato del 41,9% passando da 3,4 milioni di Euro del 2015 a 19,5 milioni di Euro del 2020.

Alla terza posizione troviamo VIASTRADE S.R.L.. L’impresa, operante nella nella “Costruzione di strade, autostrade e piste aeroportuali”, ha incrementato il fatturato del 41,4% passando da 2,3 milioni di Euro del 2015 a 12,9 milioni di Euro del 2020.

Nella TOP 30 sono presenti altre realtà note, come EDILIZIACROBATICA S.P.A. capace di crescere del 35,3% tra 2015 e 2020.

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Panoramica del comparto Edilizia e criteri selettivi

Il comparto Edilizia rappresenta il 14% delle imprese italiane dando occupazione a circa 1,4 milioni di persone (9%), generando un fatturato di 123 miliardi di Euro (4%).

Dell’intero comparto dell’Edilizia, ovvero oltre 791 mila imprese, sono state selezionate per questa classifica quelle che presentano i seguenti criteri:

Complessivamente sono 153 le imprese dell’Edilizia che rispettano questi parametri. Al fine della nostra classifica, queste imprese sono state ordinate per CAGR decrescente (Compounded Average Growth Rate) (*Nota).

Previsioni per il biennio 2020-22

Secondo le previsioni settoriali di Cerved, il comparto Edilizia ha risentito meno della media italiana della crisi pandemica nel 2020 e si prevede che nel prossimo biennio superi i livelli pre-Covid.

Tra il 2019 e il 2020 il fatturato complessivo delle imprese operanti in questo comparto si è contratto dell’8%, inferiore rispetto alla recessione nazionale (-11,3%).

La ripresa prevista per il biennio 2021-2022, porterà a un balzo dei ricavi del comparto edile: nel 2022 si prevedono fatturati di 4 punti percentuali più alti rispetto a quelli del 2019, contro la media dell’intera economia italiana in contrazione del 2%.

Il seguente grafico mostra l’andamento del fatturato dell’intero sistema economico italiano a confronto con il solo comparto dell’Edilizia nel periodo 2014-2022.

(*Nota) – Il tasso annuo di crescita composto, più comunemente noto come CAGR dall’acronimo anglosassone Compounded Average Growth Rate, rappresenta la crescita percentuale media di una grandezza in un lasso di tempo. Dato per esempio il fatturato A di un’azione all’anno x e il fatturato B di un’azienda nell’anno y, il CAGR dei ricavi indica la crescita percentuale media annua dei ricavi.

Scopri quali sono le 30 aziende presenti in classifica. Scarica la lista completa!

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Scopri le altre Classifiche Cerved:

Meccanica strumentale
Chemical Medical & Pharma
Media & Entertainment
Materiali da costruzione
Componentistica elettromeccanica
Mobili & Arredi
Abbigliamento
Technology
Produzione Alimentare

Private Debt Investors Forum – Live

Le 9+1 cose da fare per ottenere più credito

Il mercato economico-finanziario è in rapida evoluzione e l’accesso al credito bancario  resta un passaggio importante per lo sviluppo delle aziende di piccole dimensioni e, in generale, per quelle che necessitano di consolidare la solidità patrimoniale.

I dati indicano che le imprese più grandi, per cui le contro parti hanno un maggior volume di informazioni, pagano meno il credito bancario rispetto alle PMI e dispongono di condizioni più vantaggiose nel credito commerciale.

Tra le informazioni quantitative che la banca e gli altri finanziatori verificano ci sono i bilanci depositati. Questi contengono informazioni che talvolta hanno il limite di non essere aggiornate al momento della richiesta del finanziamento. Ad esempio il bilancio viene normalmente depositato da 4 a 6 mesi dopo la chiusura dell’esercizio.

Inoltre, nel bilancio in forma abbreviata potrebbe mancare il dettaglio dei crediti e dei debiti e, addirittura, in caso di micro impresa, di tutta la nota integrativa.

Il bilancio fotografa l’impresa. Ma è un’immagine con molti limiti. È statica, descrive il passato e talvolta può essere di difficile interpretazione in quanto i numeri possono essere oggetto di politiche non chiare per un terzo lettore. Resta comunque il documento principe che indica alla banca il profilo economico-finanziario dell’impresa e contribuisce a determinare il merito creditizio.

Queste informazioni che la banca ha a sua disposizione possono non essere sufficienti per una rappresentazione fedele e aggiornata  completa e puntale dell’azienda.

Ecco allora che diventa importante avere uno strumento di comunicazione volontaria che comprenda tutte le informazioni qualitative, quantitative e di andamento rilevanti e che faciliti la comprensione dell’azienda anche a chi non la conosce.

La condizione per ottenere risorse finanziarie è che le imprese diventino soggetti attivi nel mercato del credito, disposti  a mettersi in gioco in modo trasparente e a dimostrare la propria reputazione e credibilità in modo proattivo.

Dialogare con il mercato del credito, promuove la trasparenza, la disponibilità a fornire informazioni e l’autovalutazione aziendale, sono condizioni necessarie per una gestione consapevole delle relazioni commerciali e finanziarie.

Credibilità e trasparenza aiutano le imprese ad essere visibili in un mercato finanziario in rapida evoluzione, che favorisce le imprese in grado di auto-valutarsi, individuare i propri fabbisogni e valorizzare la propria immagine.

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Meccanica strumentale: la classifica Cerved delle imprese a maggior crescita

Questa classifica Cerved mostra le imprese del comparto Meccanica strumentale che sono cresciute di più e in modo costante tra il 2014 e il 2019, secondo l’analisi dei bilanci depositati

La classifica delle prime 10 aziende

Dalla Classifica emerge che le prime 30 imprese classificate del comparto Meccanica strumentale sono state in grado di far crescere il proprio fatturato mediamente 31% rispetto al 5%  dell’intero settore.

In prima posizione troviamo MDB S.R.L.. L’azienda opera nella “Fabbricazione di altre macchine da miniera, cava e cantiere” e ha incrementato il fatturato del 40% passando da 2 milioni Euro del 2014 a 11,6 milioni Euro del 2019.

Al secondo posto: MAE S.P.A. realtà attiva nella “Fabbricazione di macchine per l’industria delle materie plastiche e della gomma”. Ha incrementato il fatturato del 39,7% passando da 13,6 milioni di Euro del 2014 a 72,9 milioni di Euro del 2019.

Alla terza posizione troviamo MTH S.R.L.. L’impresa, operante nella nella “Fabbricazione di macchine e apparecchi di sollevamento e movimentazione”, ha incrementato il fatturato del 39,3% passando da 30,7 milioni di Euro del 2014 a 161,3 milioni di Euro del 2019.

Nella TOP 30 sono presenti altre realtà note. Ad esempio EMS GROUP S.P.A. e FIVES INTRALOGISTICS S.P.A. le quali sono cresciute rispettivamente del 33,1% e 30,2% tra il 2014 e il 2019.

Scarica l’intera classifica per scoprire tutte le imprese presenti! Vai in fondo all’articolo!

Panoramica del comparto Meccanica strumentale e criteri selettivi

Il comparto Meccanica strumentale rappresenta il 4% delle imprese italiane dando occupazione a circa 998 mila persone (6%), generando un fatturato di 183 miliardi di Euro (7%).

Dell’intero comparto Meccanica strumentale, ovvero oltre 225 mila imprese, sono state selezionate per questa classifica quelle che presentano i seguenti criteri:

Complessivamente sono 328 le imprese del comparto Meccanica strumentale che rispettano questi parametri, il 3% delle oltre 8.600 aziende riscontrate a livello nazionale con crescita ininterrotta nel periodo 2014-2019. Al fine della nostra classifica, queste imprese sono state ordinate per CAGR decrescente (Compounded Average Growth Rate) (*Nota).

Previsioni per il biennio 2020-22

Secondo le previsioni settoriali di Cerved, il comparto Meccanica strumentale ha risentito molto della crisi pandemica nel 2020, ma si prevede che nel prossimo biennio superi i livelli pre-Covid.

Tra il 2019 e il 2020 il fatturato complessivo delle imprese operanti in questo comparto si è contratto del 14,3%, a fronte di una recessione nazionale che ha registrato -11,3%.

La ripresa prevista per il biennio 2021-2022, porterà a un balzo dei ricavi del comparto: nel 2022 si prevedono fatturati di 2,7 punti percentuali più alti rispetto a quelli del 2019, contro la media dell’intera economia italiana in contrazione del 2%.

Il seguente grafico mostra l’andamento del fatturato dell’intero sistema economico italiano a confronto con il solo comparto della Meccanica strumentale nel periodo 2014-2022.

(*Nota) – Il tasso annuo di crescita composto, più comunemente noto come CAGR dall’acronimo anglosassone Compounded Average Growth Rate, rappresenta la crescita percentuale media di una grandezza in un lasso di tempo. Dato per esempio il fatturato A di un’azione all’anno x e il fatturato B di un’azienda nell’anno y, il CAGR dei ricavi indica la crescita percentuale media annua dei ricavi.

Scopri quali sono le 30 aziende presenti in classifica. Scarica la lista completa!

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Chemical Medical & Pharma
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Osservitalia 2021 | Rivivi

L’ottava edizione si è focalizzata su come finanziare la ripresa delle PMI italiane.

L’evento si è aperto con la presentazione del Rapporto Cerved PMI seguita dalla tavola rotonda con importanti esponenti di imprese, Istituzioni Finanziarie e Pubblica Amministrazione.

Tutti riuniti, in una sola giornata, per confrontarsi su come finanziare la ripresa e attuare il PNRR per supportare le imprese sane e favorire una rapida uscita dal mercato per quelle che non hanno prospettive, minimizzando i costi sociali.

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Ripercorriamo insieme Osservitalia 2021

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Il Rapporto Cerved PMI descrive lo stato di salute delle Piccole Medie Imprese Italiane, quest’anno con con focus su come finanziare la ripresa.

Un’analisi di dettaglio per capire il contesto in cui si trovano le PMI e per riflettere su come la ripresa economica non possa prescindere dalla transizione ambientale e digitale.

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Chemical, Medical & Pharma: la classifica Cerved delle imprese a maggior crescita

Questa classifica Cerved mostra le imprese del comparto Chemical, Medical & Pharma che sono cresciute di più e in modo costante tra il 2014 e il 2019, secondo l’analisi dei bilanci depositati

La classifica delle prime 10 aziende

Dalla Classifica emerge che le prime 30 imprese classificate del comparto Chemical, Medical & Pharma sono state in grado di far crescere il proprio fatturato mediamente 18,7% rispetto al 3,3%  dell’intero settore.

In prima posizione troviamo AROMATAGROUP S.R.L.. L’azienda opera nella “Fabbricazione di oli essenziali” e ha incrementato il fatturato del 36,2% passando da 4 milioni Euro del 2014 a 19 milioni Euro del 2019.

Al secondo posto: REGENYAL LABORATORIES S.R.L., realtà attiva nella “Fabbricazione di medicinali ed altri preparati farmaceutici”. Ha incrementato il fatturato del 29,6% passando da 2,9 milioni di Euro del 2014 a 10,6 milioni di Euro del 2019.

Alla terza posizione troviamo TORRE S.R.L.. L’impresa, operante nella nella “Fabbricazione di agrofarmaci e di altri prodotti chimici per l’agricoltura (esclusi i concimi)”, ha incrementato il fatturato del 28,6% passando da 3,3 milioni di Euro del 2014 a 11,6 milioni di Euro del 2019.

Nella TOP 30 sono presenti altre realtà note. Ad esempio IBSA FARMACEUTICI ITALIA S.R.L. e BIEFFE MEDITAL S.P.A. che operano nella “Fabbricazione di medicinali ed altri preparati farmaceutici” capaci di crescere rispettivamente del 21,1% e 16% tra 2014 e 2019.

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Panoramica del comparto Chemical, Medical & Pharma e criteri selettivi

Il comparto Chemical, Medical & Pharma rappresenta il 0,9% delle imprese italiane dando occupazione a circa 332 mila persone (2%), generando un fatturato di 108 miliardi di Euro (3,5%).

Dell’intero comparto Chemical, Medical & Pharma, ovvero oltre 50 mila imprese, sono state selezionate per questa classifica quelle che presentano i seguenti criteri:

Complessivamente sono 225 le imprese del comparto Chemical, Medical & Pharma che rispettano questi parametri, il 2,6% delle oltre 8.600 aziende riscontrate a livello nazionale con crescita ininterrotta nel periodo 2014-2019. Al fine della nostra classifica, queste imprese sono state ordinate per CAGR decrescente (Compounded Average Growth Rate) (*Nota).

Previsioni per le imprese Chemical, Medical & Pharma nel biennio 2020-22

Secondo le previsioni settoriali di Cerved, il comparto Chemical, Medical & Pharma rappresenta uno dei pochi mercati in forte crescita durante la pandemia.

Tra il 2019 e il 2020 il fatturato complessivo delle imprese operanti in questo comparto è cresciuto del 4,1% in controtendenza rispetto alla recessione nazionale (-11,3%).

La ripresa prevista per il biennio 2021-2022, porterà a un balzo dei ricavi del comparto: nel 2022 si prevedono fatturati di 21 punti percentuali più alti rispetto a quelli del 2019, contro la media dell’intera economia italiana in contrazione del 2%.

Il seguente grafico mostra l’andamento del fatturato dell’intero sistema economico italiano a confronto con il solo comparto Chemical, Medical & Pharma nel periodo 2014-2022.

(*Nota) – Il tasso annuo di crescita composto, più comunemente noto come CAGR dall’acronimo anglosassone Compounded Average Growth Rate, rappresenta la crescita percentuale media di una grandezza in un lasso di tempo. Dato per esempio il fatturato A di un’azione all’anno x e il fatturato B di un’azienda nell’anno y, il CAGR dei ricavi indica la crescita percentuale media annua dei ricavi.

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